Un Testo: La nostra
etichetta discografica si propone di promuovere e di tutelare a
tutti i livelli i musicisti che si occupano (o che per una qualunque
ragione se ne volessero occupare) di musica estemporanea. Nella
difficoltà di definire il termine “musica estemporanea” è nostro
proponimento riaprire un serrato dibattito sulle questioni che hanno
portato diversi musicisti a dedicarsi quasi esclusivamente a questo
modo di fare musica. Da parte nostra siamo convinti che la libera
espressione della musica, quindi completamente slegata da catene
storicizzate, da vincoli di carattere economico o di mercato, da
inutili tentativi volti a riproporre un qualsiasi “genere” musicale,
da pesanti infiniti corsi di formazione, passi evidentemente
attraverso la completa eliminazione di linguaggi predefiniti. Per
rendere possibile questo è necessario uno “svuotamento” profondo
della personalità musicale dell’individuo che intende procedere in
questa direzione. Sarebbe forse sufficiente una “dimenticanza”
voluta e ricercata della musica ascoltata od eseguita il giorno
prima per ritrovare con il proprio strumento e con se stessi un
rapporto di continua rigenerazione che porterebbe inevitabilmente ad
una freschezza assolutamente incontrollabile. Un’altra definizione
possibile di musica estemporanea, data e discussa da innumerevoli e
valorosi musicisti, è quella della commistione ai limiti della
legalità tra le parole improvvisazione e composizione. I due termini
sono troppo vincolati ad un portato storico che ne definisce un modo
di fare musica: il primo è caratteristica quasi esclusivamente
jazzistica, il secondo si riferisce ad un supporto cartaceo che
nulla ha a che fare con l’estemporaneità. Perciò non la riteniamo
valida ai fini di una più ampia concezione di musica estemporanea.
Diremo piuttosto che una musica così concepita si auto-crea; il
musicista si pone come tramite di una forza della natura quale è il
suono. In questa fase il risultato non è la cosa più importante.
Sarà sufficente difendersi dagli attacchi della tonalità, dalla
pulsazione regolare del ritmo, dalle citazioni, dalla forma, e da
quant’altro possa risultare nocivo ad un’espressione liberata e
svincolata da schemi preordinanti per ottenere una visione della
direzione. Quindi una musica non convenzionale, non convenzionata né
tantomeno tecnocratica. Alla portata di tutti coloro i quali
vogliano interderne il senso e il significato. I termini pratici
della costruzione e diffusione della musica estemporanea portano in
sé diverse contraddizioni da risolvere: la realizzazione di un disco
contraddice il concetto di non-riproducibilità che è alla base di
questa musica. Aggireremo l’ostacolo proponendo che le registrazioni
vengano effettuate in luoghi dove sia presente un minimo di pubblico
partecipante all’azione e magari aggiungeremo al supporto sonoro un
supporto visivo. Non chiameremo il prodotto “prodotto” ma
semplicemente documento, la cui utilità sarà finalizzata non alla
sua esaltazione ma alla diffusione di questa concezione e di questo
modo di fare musica. Noi non cerchiamo alcuna collaborazione, ma
semplicemente persone con sentimenti di lealtà e di rinnovamento nei
confronti della musica, che con spirito di vera solidarietà e
tolleranza ci aiutino a diffondere il principio della libera
discussione attorno a queste tematiche, e del diritto a manifestare
le proprie contro-tendenze nel tentativo di risollevare le sorti di
una attività culturale di fondamentale importanza quale è la musica.
Purtroppo, ed anche nella musica estemporanea, siamo costretti a
definire una netta linea di demarcazione fra musicisti “consumati” e
musicisti “da non consumare”. Per questo l’etichetta si rivolge
soprattutto ai giovani nella speranza che tutto questo li possa
aiutare a trovare un modo di esprimersi non “coatto” nè mistificato
dall’enorme influenza della società circostante.
Paolo Sinigaglia
Gruppo di Musica Estemporanea
Ned e Luca Miti - anteprima CD
I LIKE TO STAY HERE A LITTLE WHILE LONGER