Il Cantiere - Roma 2 giugno 2008, ore 22.00

 "Gustavo Modena"

Via Gustavo Modena, 92 

“…professore, lei cerca un pollo in un quadro astratto”

(Stockhausen e dintorni)

 

Maurizio Barbetti, viola e viola elettrica

Francesco Cuoghi, chitarra e live electronics

Luca Miti, pianoforte

 

 

Karlheinz Stockhausen                 Spiral (1968) for a soloist with short-wave receiver

versione per ricevitore a onde corte, chitarra ed elettronica

Peter Sculthorpe                            Tailitnama Song (1974-2000) per viola

Albert Mayr                                      Raster (1972)

Raymond Deane                             Breve (2003) per viola

Giuseppe Chiari                               Chopin a Coteni (2001) *

Guido Baggiani                                 Figure di sabbia (1991) versione per chitarra ed elettronica

Bruno Strobl                                     “…brennt so, dass man es sieht…” (2004) per viola e chit.

Karlheinz Stockhausen                 Ankfunt da Für Kommende Zeiten /Intuitive music (1968)

 

* prima esecuzione assoluta

 ** prima esecuzione italiana

 Dunque, le cose cambiano, e qualcuno, anche, se ne è andato in altri luoghi da questi. E noi non siamo più in nessun "anno zero" della musica (la "nostra" musica, quella colta occidentale, insomma), ché le cose sono davvero cambiate. E però, e forse proprio per questo, non sarà inutile ripensare, anche se solo per una serata, quasi un incontro tra vecchi amici (Maurizio con la sua viola, Francesco con la sua chitarra e i suoi "accorgimenti elettronici" così Franco Evangelisti chiamava i live electronics a quei tempi, ai suoi tempi, quelli davvero strettissimi a quell'"anno zero"), ripensare, e anche fare confronti -Stockhausen in quegli anni era probabilmente ad una specie di "culmine" della sua esplorazione) o "scoperta", forse a lui sarebbe piaciuto di più questo termine): esplorava, scopriva suoni inauditi, dello spazio (probabilmente in tutte le accezioni del termine), e, nello stesso momento, lui rigorosissimo, scopriva anche l'aleatorietà, di più, l'improvvisazione, forse addirittura la condivisione (con quel suo gruppo storico con nomi che oggi fanno venire qualche brivido). E intanto, cosa succedeva qui da noi, in Italia? Non ripenseremo proprio a tutto, ma personalmente mi piace ripensare a Giuseppe Chiari, nella sua unicità per quei tempi (e anche per oggi); e mi piace pensare ad Albert Mayr, un altro della "scuola fiorentina", proprio con un pezzo allo stesso tempo rigoroso e liberissimo ("improvvisazionale") e proprio di quegli stessi anni. “…professore, lei cerca un pollo in un quadro astratto” (*) ...e i problemi oggi sono differenti, e semmai c'è da chiedersi quanto la musica di oggi si sia indebitata con quella di quello ieri così vicino (e così lontano!); e anche quanto sia rimasto del mordente di quell'"anno zero".

L.M. Roma, 10/11 maggio 2008

(*) da una conferenza